Articoli e Recensioni
Articoli e Recensioni
Articolo di Gian Mario Benzing tratto da Corriere della Sera del 19 dicembre 2008.
Piantare un albero, nella tradizione ebraica, significa perpetuare la vita e il ricordo. Proprio come alberi sono rifiorite mercoledì, al Dal Verme, le note di Aldo Finzi (1897-1945), compositore di famiglia ebrea, perseguitato durante la guerra e oggi riscoperto e rivalutato, grazie al figlio Bruno, avvocato milanese. Di Finzi abbiamo ascoltato in “prima” mondiale l’opera “Shylock”, ispirata al “Mercante di Venezia” di Shakespeare, rimasta incompiuta e orchestrata da Gian Paolo Sanzogno. Serata di gala, in favore della ”KKL”, istituzione israeliana impegnata a rendere abitabile il deserto del Negheb. Ogni nota un seme....
E’ lo stesso Sanzogno a dirigere l’orchestra di Radio Mosca, “Un coro per Milano” e vari solisti. Non tutto convince: gli ottoni moscoviti; il libretto di sala, 56 pagine senza il libretto dell’opera; le voci, a parte lo Shylock di Federico Sacchi (foto Golizia) non sempre all’altezza d’una scrittura così esigente; il concerto op. 64 di Mendelssohn, restituito da un giovane violinista, Feng Ning, di somma perfezione e somma inespressività. Quel che conta è la musica di Finzi: dal profilo nobile e potente, scultorea nei recitativi, ardente nel gesto drammatico e nell’ispirazione lirica. Può ricordare il giovane Strauss per densità sinfonica, Pizzetti nel flusso dei declamati. Di penetrante efficacia il passo in cui Shylock detta le sue condizioni, accompagnato da tamburo e pianoforte. E soprattutto l’esplosione finale, “Gloria a Venezia”, che “Un coro per Milano”, guidato da Mino Bordignon, magnifico per saldezza e splendore di suono, rende in tutta la sua raggiante maestosità.
Gian Mario Benzing
Articolo apparso sul “Corriere della Sera” venerdi 19 dicembre 2008
venerdì 19 dicembre 2008
Shylock di Aldo Finzi